HR People | ricerca lavoro
HR People promuove le professioni della funzione risorse umane favorendo le attività di ricerca, condivisione e misurazione delle competenze. E' organo promotore della certificazione di professione HR.
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Selezione Temporary HR Manager

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Come attrarre i talenti migliori all’interno della propria azienda? Si parte dalla soddisfazione e dal benessere delle risorse interne

La strategia di Employer Branding protagonista per la reputazione della propria azienda sul web             

 

 

 

In un mondo in cui la tecnologia è protagonista, i social spopolano e il web è diventato un punto di ritrovo e di “sfogo”, la web reputation aziendale – ovvero ciò che viene detto online della propria azienda – è diventato uno dei principali elementi a cui un imprenditore deve prestare molta attenzione per attrarre i talenti migliori all’interno della sua azienda e distinguersi sul mercato dai suoi competitors.

A conferma di ciò, una recente indagine condotta da InfoJobs* su un campione di più di 2700 candidati, rivela un dato molto importante, di certo da non sottovalutare: oggi ben l’86% di chi è alla ricerca di lavoro prima di inviare il proprio CV a un’azienda si informa approfonditamente sulla reputazione di quest’ultima. Con che mezzo? Il web, ovviamente.

Ma attenzione! Tra questi solo il 19% si limita a visitare il sito web dell’azienda di interesse o i suoi canali social ufficiali per farsi un’idea. La maggior parte delle persone alla ricerca di occupazione cerca informazioni molto diverse da quelle presenti sul sito corporate aziendale (come possono essere la storia dell’azienda o i servizi offerti), dando invece priorità ad altri aspetti, primo tra tutti il clima lavorativo. Ben il 50%, infatti, considera la qualità del benessere in azienda, quindi l’ambiente lavorativo e i ritmi di lavoro, un requisito primario e determinante per la propria scelta.

A ciò si collega a doppio filo l’importanza di consolidare e di mantenere sempre vivo l’engagement e la valorizzazione delle risorse interne all’azienda: i dipendenti, infatti, sono considerati primi ambassador del brand, quindi la fonte più attendibile a cui si rivolge il 58% dei candidati e di cui si fida per scovare più informazioni possibili.

Questo studio, perciò, dimostra che il web è uno strumento determinante per la reputazione delle aziende, e che l’employer branding è una strategia da implementare continuamente, partendo proprio da vicino: dal benessere dei propri dipendenti.

 

Una forte reputazione aziendale non è altro che una conseguenza di una cultura aziendale positiva, meritocratica, valorizzante, si costruisce in azienda e si rispecchia sul web, quindi l’azione delle funzioni HR è fondamentale nella creazione di un “clima” che attragga e trattenga le persone più capaci. La funzione HR, anche nella “società 4.0”, ha e avrà un ruolo sempre più strategico.

* La piattaforma numero 1 in Italia per la ricerca di lavoro online

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LA CHIAMATA PER CHI CERCA LAVORO È PARTITA, MA NESSUNO RISPONDE!

SOS domanda e offerta di lavoro: due realtà che non parlano tra loro

IL RUOLO STRATEGICO PER GLI HR IN QUESTO MOMENTO

 

In Italia manca una figura che sappia indirizzare i giovani nella scelta della scuola superiore, del corso universitario, e, soprattutto, del mestiere da intraprendere. Da recenti statistiche emerge una scarsissima capacità nel nostro Paese di mettere in contatto la domanda con l’offerta di lavoro. Non esiste una banca dati nazionale in cui domanda e offerta si possano incontrare, e le giornate di orientamento, purtroppo, non si sono rivelate sufficienti a fornire le informazioni necessarie agli studenti per indirizzarli nella giusta direzione, sia nella scelta della loro formazione, sia nella loro successiva ricerca del lavoro. Senza contare che in numerose Regioni non esiste proprio la pratica dell’orientamento scolastico.

Il risultato? Si diplomano e si laureano migliaia di giovani con competenze che, però, non sono richieste in pari quantità sul mercato del lavoro e migliaia di posti di lavoro nelle aziende restano vuoti.

Il ruolo dei Direttori del Personale delle aziende, può essere sempre di più un ruolo strategico in questa situazione, per soddisfare l’esigenza, sempre più urgente, di svolgere nuova funzione HR che indirizzi la comunicazione tra aziende e scuole.

Chi si occupa di Risorse Umane, può e deve svolgere un ruolo di indirizzo culturale, un ruolo di alta responsabilità sociale, influenzando oggi le scelte di studenti, dalla scuole medie alle superiori, che fra qualche anno si proporranno al mercato del lavoro.

Da quanto risulta dai dati Istaat, ANPAL e da un’indagine di Unioncamere, in Italia il lavoro c’è, quello che manca sta a monte: ed è l’informazione nelle scuole e, in generale, alle persone, sulle competenze che ricercano le aziende, sui posti di lavoro liberi nei diversi settori produttivi in relazione agli andamenti di mercato.

I dati parlano chiaro. La lista degli “introvabili” è lunga, e non contiene solo super-professionisti o tecnici iperspecializzati: non si trovano progettisti di sistemi informatici, ingegneri, infermieri, medici, farmacisti, addetti alla contabilità e programmatori informatici… ma sono latitanti anche parrucchieri, baristi, panettieri, pasticceri, operai con competenze nel digitale, estetiste, camerieri, muratori, idraulici, camionisti, tornitori e conducenti di bus.

E, sembrerà assurdo, ma ogni mese in Italia ci sono tra le 400.000 e le 500.000 opportunità di lavoro. Così tante e varie che, in media, gli imprenditori ritengono di riuscire a scovare solo 3 lavoratori su 4: insomma, ne mancano in media 125.000, ogni mese. In alcuni settori è persino difficile trovare una persona su due. Ad oggi, i disoccupati in Italia sono 2 milioni 735 mila.

Fq MillenniuM, il mensile diretto da Peter Gomez, nel settembre u.s. ha pubblicatole classifiche delle dieci professioni che le imprese trovano con maggiore difficoltà: la professione in cima alla lista è quella degli estetisti/e: il 40% delle 11.660 ricerche sono andate a vuoto nel mese di giugno. Percentuale minore, ma su numeri maggiori per gli addetti alla ristorazione: su oltre 107 mila ricerche, il 19% non è andato a buon fine. Stringendo l’obiettivo sugli under 30, colpisce che ben il 63% delle 1.800 ricerche di specialisti in informatica, fisica e chimica siano risultati impossibili da trovare; come anche il 38% dei 7.360 operai edili richiesti dal settore. 

Tornando al mondo delle aziende, le figure più carenti sono quelle tecniche, dagli operai specializzati, ai manutentori, ai trasfertisti, esperti di informatica, progettisti ecc ecc. che siano tecnici o ingegneri, oltretutto l’offerta economica risulta estremamente interessante. Allo stesso modo gli istituti tecnici sono poco frequentati e le facoltà scientifiche non lo sono a sufficienza, mentre spopolano Giurisprudenza, Lettere, e varie facoltà umanistiche con il risultato che una città come Roma ha più avvocati di tutta la Francia. Senza considerare che se si studiare per qualcosa e applicare sul mondo del lavoro qualcosa di diverso risulta estremamente demotivante…e la motivazione è il fuoco sacro della crescita personale!

La scuola fa poco per informare, le famiglie fanno poco per informarsi, gli HR possono fare molto, sia perché conoscono le aziende, sia perché hanno una visione sull’oggi e sul domani, cosa chiede oggi il mercato ma cosa chiederà fra 5 anni.

Entro il 2023 il mercato del lavoro italiano avrà bisogno di un numero di occupati compreso tra i 2,5 e i 3,2 milioni. Fino a 905mila posti di lavoro. Gli HR lo sanno e sanno che tipo di lavoro sarà richiesto.

Iniziamo questa sfida insieme!

 

Abbiamo voluto rappresentare graficamente le due curve, offerta e richiesta lavoro, distribuendo le professioni su un continuum che comprende capacità manuali/tecniche e competenze più intellettuali. Questa rappresentazione non pretende di essere esaustiva e tantomeno “scientifica”, è tratta intuitivamente dai dati elencati nelle ricerche allegate, tuttavia riteniamo sia molto vicina alla realtà.

 

Fonti:

  Unioncamere-Ministero del Lavoro, Sistema Informativo Excelsior.

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